L’AUTORE

Giacomo Carissimi nacque nel 1605 a Marino, sui Colli Albani, e si formò musicalmente lavorando prima (1622) presso la cappella della Cattedrale di Tivoli, come corista, poi per altri due anni circa come organista, sotto la guida di Alessandro Capece e Francesco Mannelli. Nel 1628, giunto ad Assisi seguendo il vicario apostolico Getulio Nardini, era stato assunto come maestro di cappella della Cattedrale di S. Rufino, ruolo che mantenne fino al 1629, quando si trasferì definitivamente a Roma. Qui assunse la carica di maestro di cappella della chiesa di Sant’Apollinare, annessa al Collegio Germanico-Ungarico.
Il Collegio Germanico offriva garanzie di una tradizione musicale illustre, anche se non molto antica. Fondato dai Gesuiti nel 1552, incorporò tra le proprie attività la musica solo dopo la riforma di Gregorio XIII nel 1573. Prima di Carissimi vi avevano lavorato autori come Tomás Luis de Victoria, Agostino Agazzari, Antonio Cifra. I discepoli del Collegio provenivano dalle migliori famiglie polacche, tedesche, inglesi, scozzesi, spagnole e anche italiane; la Basilica era frequentata abitualmente da cardinali, prelati, principi, ambasciatori.
Carissimi dimostrò la propria gratitudine verso chi l’aveva tanto generosamente prescelto. Per 44 anni, dal gennaio 1630 fino alla morte, prestò servizio ininterrottamente come didatta, direttore di coro, autore di musiche per le cerimonie e le festività del Collegio, delle chiese di Sant’Apollinare e San Saba, rifiutando altre prestigiose offerte di lavoro ed accettando solo occasionali commissioni da parte di case patrizie italiane e straniere, e dalle corti di Francia e Belgio.
Non rigettò, invece, il titolo onorifico di Maestro di Cappella del Concerto di Camera attribuitogli nel 1656 dalla regina Cristina di Svezia, giunta a Roma da pochi mesi.
La reputazione internazionale di Carissimi crebbe con la direzione a più riprese delle esecuzioni musicali di quaresima all’Oratorio dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso negli anni tra il 1655 e il 1660.
Carissimi morì il 12 gennaio 1674 e fu inumato nella stessa chiesa di S. Apollinare, in cui aveva lavorato per buona parte della vita.

 

IL BRANO

Con Giacomo Carissimi l’oratorio latino, nato dallo sviluppo del mottetto dialogico di ambito controriformistico, raggiunge le più alte vette musicali e drammatiche. Si possono in esso riconoscere influssi diversi, dalla cantata latina alla “historia” biblica, alla lamentazione e alla nascente opera. Gli oratori venivano eseguiti ogni venerdì di quaresima, per lo più su commissione di mecenati che facevano capo all’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso in Roma. I soggetti erano tratti dall’Antico Testamento e, pur non essendo direttamente riconducibili al periodo quaresimale, ne condividevano tuttavia lo spirito penitenziale attraverso la drammaticità della narrazione.
L’oratorio Jephte, considerato uno dei grandi capolavori del genere, rievoca la storia di questo condottiero degli Israeliti che, per propiziarsi la vittoria sugli Ammoniti, fa voto di immolare in sacrificio a Dio chi per primo, della sua casa,  gli verrà incontro dopo la vittoria. Gli si presenta la sua unica figlia e la gioia del successo si trasforma repentinamente in tragedia e in un accorato lamento che accosta, in stridente contrasto, la vittoria di Israele con la morte della vergine: “In laetitia populi, in victoria Israel et gloria patris mei; ego sine filiis virgo, ego filia unigenita moriar et non vivam”. A questo lamento risponde, in chiusura, uno struggente coro a sei voci.
Dal punto di vista drammatico questo oratorio si divide in tre parti: la scena della battaglia, la festa per la vittoria, la tragica conclusione. A ciascuna di queste corrisponde un diverso carattere musicale, secondo una retorica largamente condivisa all’epoca: i cambi di tonalità da maggiore a minore e viceversa, l’uso di pause in funzione espressiva, il prolungarsi al canto di note dissonanti con il basso continuo, l’uso di intervalli aspri, per lo più diminuiti o tritoni.
Dal punto di vista della forma musicale lo Jephte è, come l’opera coeva, un susseguirsi di recitativi, cori e arie che rappresentano i personaggi del dramma: Historicus (il narratore), Jephte, Filia. A costoro si aggiunge l’Echo, la risposta delle montagne al lamento della vergine.
E’ un’opera profondamente unitaria in cui la recitazione gioca un ruolo decisivo; ed è proprio questa profonda compenetrazione tra musica e azione drammatica a renderlo un capolavoro.

 


IL TESTO

Historicus [Altus]
Cum vocasset in proelium filios Israel rex filiorum Ammon et verbis Jephte acquiescere noluisset, factus est super Jephte Spiritus Domini, et progressus ad filios Ammon votum vovit Domino dicens:

Jephte [Tenor]
Si tradiderit Dominus filios Ammon in manus meas, quicumque primus de domo mea occurrerit mihi, offeram illum Domino in holocaustum.

Historicus [Soli et Chorus]
Transivit ergo Jephte ad filios Ammon, ut in Spiritu forti et virtute Domini pugnaret contra eos; et clangebant tubae, et personabant tympana, et proelium commissum est adversus Ammon.

[Bassus]
Fugite, cedite, impii, perite, gentes; occumbite in gladio, Dominus exercituum in proelium surrexit et pugnat contra vos.

[Chorus]
Fugite, cedite impii, corruite et in furore gladii dissipamini.

[Cantus]
Et percussit Jephte viginti civitates Ammon piaga magna nimis.

[Chorus]
Et ululantes filii Ammon facti sunt coram filiis Israel humiliati.

[Bassus]
Cum autem victor Jephte in domum suam reverteretur, occurrens ei unigenita filia sua cum tympanis et choris praecinebat:

Filia Jephte [Cantus]

Incipite in tympanis et psallite in cymbalis, hymnum cantemus Domino et modulemur canticum. Laudemus Regem coelitum, laudemus belli Principem, qui filiorum Israel victorem ducem reddidit.

Sodales [Duo Cantus]
Hymnum cantemus Domino et modulemur canticum,
qui dedit nobis gloriam et Israel victoriam.

Filia Jephte
Cantate mecum Domino, cantate omnes popoli,laudate belli Principem,
qui nobis dedit gloriam et Israel victoriam.

Sodales [Chorus]
Cantemus omnes Domino, cantate omnes popoli, laudemus belli Principem,
qui nobis dedit gloriam et Israel victoriam.

Historicus [Altus]
Cum vidisset Jephte, qui votum Domino voverat, filiam suam venientem in occursum, prae dolore et lachrimis scidit vestimenta sua et ait:

Jephte
Heu mihi, filia mea! Heu, decepisti me, filia unigenita; et tu pariter, heu, filia mea, decepta es.

Filia Jepthe
Cur ego te, pater, decepi, et cur ergo, filia tua unigenita, decepta sum?

Jephte
Aperui os meum ad Dominum ut quicumque primus de domo mea occurrerit mihi, offeram illum Domino in holocaustum. Heu mihi, filia mea! Heu, decepisti me, filia unigenita; et tu pariter, heu, filia mea, decepta es.

Filia Jephte
Pater mi, si vovisti votum Domino, reversus victor ab hostibus, ecce ego filia tua unigenita: offer me in holocaustum victoriae tuae. Hoc solum, pater mi, praesta filiae tuae unigenitae ante quam moriar…

Jephte
Quid poterit animam tuam, quid poterit te, moritura filia, consolari?

Filia Jepthe
Dimitte me, ut duobus mensibus circumeam montes, ut cum sodalibus meis plangam virginitatem meam.

Jephte
Vade filia, vade filia mea unigenita, et plange virginitatem tuam.

Historicus [Chorus]
Abiit ergo in montes filia Jephte et plorabat cum sodalibus virginitatem suam, dicens:

Filia Jephte
Plorate colles, dolete montes et in afflictione cordis mei ululate.

Echo [Duo Cantus]
Ululate.

Filia Jephte
Ecce, moriar virgo et non potero morte mea meis filiis consolari. Ingemiscite silvae, fontes et flumina, in interitu virginis lachrimate.

Echo
Lachrimate.

Filia Jephte
Heu me dolentem, in laetitia populi, in victoria Israel et gloria patris mei; ego sine filiis virgo, ego filia unigenita moriar et non vivam! Exhorrescite rupes, obstupescite colles, valles et cavernae in sonitu horribili resonate.

Echo
Resonate.

Filia Jephte
Plorate filii Israel, plorate virginitatem mea, et Jephte filiam unigenitam in carmine doloris lamentamini.

Chorus
Plorate filii Israel, plorate omnes virgines et filiam Jephte unigenitam in carmine doloris lamentamini.

Narratore [Contralto]
Poiché il re dei figli di Ammon aveva sfidato in battaglia i figli di Israele e non aveva voluto prestar fede alle parole di Iefte, lo Spirito del Signore si posò su Iefte e, dopo aver marciato contro i figli di Ammon, fece un voto al Signore dicendo:

Iefte [Tenore]
Se il Signore avrà consegnato nelle mie mani i figli di Ammon, chiunque mi verrà incontro per primo uscendo dalla mia casa, offrirò lui al Signore in olocausto.

Narratore [Soli e Coro]
Si mosse dunque Iefte contro i figli di Ammon, per combattere con la forza dello Spirito e la potenza del Signore contro di essi; e squillavano le trombe, e risuonavano i timpani, e la battaglia fu ingaggiata contro Ammon.

[Basso]
Fuggite, ritiratevi, empi, perite, genti; soccombete con la spada in mano, il Signore degli eserciti si è levato in battaglia e combatte contro di voi.

[Coro]
Fuggite, ritiratevi, empi, andate in rovina e nel furore delle armi siate dispersi.

[Soprano]
E Iefte colpì venti città di Ammon con un colpo troppo forte.

[Coro]
E in mezzo agli ululati i figli di Ammon furono umiliati davanti ai figli di Israele.

[Basso]
Mentre però Iefte ritornava vincitore nella sua casa, correndogli incontro la sua figlia unigenita cantava con timpani e danze:

Figlia di Iefte [Soprano]
Inneggiate con i timpani e salmodiate sui cembali, un inno cantiamo al Signore e mettiamo in musica un cantico. Lodiamo il Re celeste, lodiamo il Principe della guerra, che ha reso vincitore il condottiero dei figli di Israele.

Compagne [Due Soprani]
Cantiamo un inno al Signore e mettiamo in musica un cantico per Lui, che ha dato a noi la gloria e a Israele la vittoria.

Figlia di Iefte [Soprano]
Cantate con me al Signore, cantate popoli tutti, lodate il Principe della guerra, che ha dato a noi la gloria e a Israele la vittoria.

Compagne [Coro]
Cantiamo tutte al Signore, cantate popoli tutti, lodiamo il Principe della guerra, che ha dato a noi la gloria e a Israele la vittoria.

Narratore [Contralto]
Quando Iefte, che aveva fatto il voto al Signore, vide sua figlia che gli veniva incontro, per il dolore e le lacrime si stracciò le vesti e disse:

Iefte
Ahimè, figlia mia! Ahimè, m’hai tratto in inganno, figlia unigenita; anche tu parimenti, ahimè, figlia mia, sei stata ingannata.

Figlia di Iefte [Soprano]
Perché io te, padre, ho tratto in inganno, e perché io, figlia tua unigenita, sono stata ingannata?

Iefte [Tenore]
Ho fatto la mia promessa solenne al Signore che chiunque mi fosse venuto incontro per primo uscendo dalla mia casa, avrei offerto lui al Signore in olocausto. Ahimè, mi hai tratto in inganno, figlia unigenita; anche tu parimenti, ahimè, figlia mia, sei stata ingannata.

Figlia di Iefte [Soprano]
Padre mio, se hai fatto un voto al Signore, ritornato vincitore dei nemici, ecco sono la tua figlia unigenita: offri me in olocausto per la tua vittoria. Questo solamente, padre mio, concedi alla tua figlia unigenita prima che io muoia…

Iefte [Tenore]
Che cosa potrà consolare la tua anima, che cosa potrà consolare te, figlia destinata alla morte?

Figlia di Iefte [Soprano]
Lasciami andare, affinché per due mesi io me ne vada in giro per i monti, affinché con le mie compagne pianga la mia verginità.

Iefte [Tenore]
Va’ figlia, va’ figlia mia unigenita, e piangi la tua verginità.

Narratore [Coro]
Andò via allora sui monti la figlia di Iefte e piangeva con le compagne la sua verginità, dicendo:

Figlia di Iefte [Soprano]
Piangete colli, piangete monti, e per l’afflizione del mio cuore ululate.

Eco [Due Soprani]
Ululate.

Figlia di Iefte [Soprano]
Ecco, morirò vergine e non potrò per la mia morte esser consolata dai miei figli. Gemete selve, fonti e fiumi, lacrimate per la morte d’una vergine.

Eco
Lacrimate.

Figlia di Iefte [Soprano]
Ahimè, quale sofferenza insieme alla letizia del popolo, alla vittoria di Israele e alla gloria di mio padre; io vergine senza figli, io figlia unigenita morirò e non vivrò! Inorridite rupi, stupite colli, valli e caverne di orribile suono riecheggiate.

Eco
Riecheggiate.

Figlia di Iefte [Soprano]
Piangete, figli di Israele, piangete la mia verginità, e per la figlia di Iefte unigenita con un canto di dolore lamentatevi.

Coro
Piangete, figli di Israele, piangete vergini tutte, e per la figlia di Iefte unigenita con un canto di dolore lamentatevi.

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