L’AUTORE

Knut Nystedt nasce nel 1915 a Kristiania (ora Oslo) in una famiglia di stretta osservanza cristiana, in cui i canti e la musica classica erano parte importante della vita quotidiana. Le sue principali composizioni sono basate su brani tratti dalla bibbia o da testi sacri e il suo stile è fortemente influenzato dal canto gregoriano come anche da autori rinascimentali, primo fra tutti Giovanni Pierluigi da Palestrina.
Ha studiato con vari compositori illustri, fra i quali Aaron Copland. Nystedt è stato organista alla Chiesa Thorshov, ad Oslo, dal 1946 al 1982 e direttore del coro dell’Università di Oslo dal 1964 al 1985. E’ stato anche fondatore e direttore del Det Norske Solistkor dal 1950 al 1990 e della Schola Cantorum (coro norvegese) dal 1964 al 1985.
Nel 1966 il Re di Norvegia lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine Regio Norvegese di Sant’Olav, come massimo riconoscimento del suo contributo alla musica e cultura norvegese. E’ stato anche Docente Onorario della Mendoza University Argentina nel 1991.
La maggior parte delle sue partiture sono edite dal Norsk Musikforlag e le sue composizioni sono state incise in CD norvegesi ed internazionali. Nystedt muore all’età di 99 anni l’8 dicembre 2014.

 

 

 

IL BRANO

Immortal Bach (1988) è modellato sul corale di J.S. Bach “Komm, Süßer Tod” (“Vieni, dolce morte”), ed è una “decostruzione” dello stesso pezzo per coro a cappella. Il brano inizia con la versione originale di Bach; successivamente vengono prolungati temporalmente e sovrapposti gli stessi accordi del corale dalle varie sezioni vocali, in modo che ogni parte si muova indipendentemente dalle altre. Il risultato è straordinario: come le parti si combinano in modi diversi, le dissonanze del pezzo si estendono e vengono create nuove sonorità. Alla fine di ogni frase, tutte le parti vengono a riposo sull’accordo finale. L’artificio, a prima vista, può sembrare un espediente intellettuale ma il risultato é descritto da Nystedt come ‘teologia espressa nel suono’, riprendendo il concetto di ‘immortalità’ di Bach, simboleggiato dal fare la sua musica letteralmente ‘fuori tempo’. Nel processo, la semplice impostazione corale è elevata a qualcosa di molto più profondo, che ci permette di prendere un piccolo assaggio, per quanto fugace, di eternità.

 


 

IL TESTO

Komm, süsser Tod.
Komm, sel’ger Ruh’.
Komm führe mich in Friede.

Vieni, dolce morte.
Vieni, eterno riposo.
Vieni, portami in Pace.

per conoscere il brano