L’AUTORE

Morten Lauridsen é un musicista di origini danesi. Ha svolto i suoi studi musicali negli Stati Uniti, specializzandosi in composizione.
L’attività compositiva di Lauridsen é stata dedicata in massima parte alla  produzione corale tanto che il musicista é divenuto uno dei più rilevanti compositori statunitensi del settore; particolarmente interessante la sua produzione sacra. Il fascino della sua musica è dovuto ad una grande proprietà di linguaggio tecnico compositivo e ad una profonda conoscenza dello “strumento” coro; gli effetti coloristici dovuti alle strutture armoniche basate sui rivolti degli accordi sugli intervalli di quarta e di seconda creano un vero “effetto sospensione”, caratteristica dominante di tutta la sua produzione.
Nel 2007 gli è stata conferita dal presidente degli Stati Uniti d’America la più alta onorificenza artistica nazionale: “The Medal of Arts”, la medaglia d’oro per l’arte.

IL BRANO

Questo squisito lavoro di Lauridsen è il quinto di una serie di “scenografie corali” intitolate “Les Chansons des Roses” (1993) costruite su poesie di Rainer Maria Rilke. Oltre alla sua vasta produzione di poesie in lingua tedesca, Rainer Maria Rilke (1875-1926) compose infatti quasi 400 poesie in francese. Lauridsen, affascinato  dallo splendido lirismo e dall’eleganza delle immagini poetiche di Rilke, crea queste composizioni musicali, come egli stesso dice, per migliorare queste caratteristiche e catturare la delicata bellezza e la sensualità della poesia. Scritto per coro e pianoforte, Dirait-on evoca magicamente l’ammirazione per le chansons populaires francesi immortalate da Edith Piaf. Il successo artistico di Dirait-on ha incoraggiato il compositore a selezionare ulteriori quattro poesie francesi di Rilke che festeggiano le rose. Così, il Dirait-on, scritto prima delle altre quattro composizioni, ma posto ultimo nella raccolta, diventa la somma voluttuosa dell’intero lavoro.

 


IL TESTO

Abandon entouré d’abandon,
tendresse touchant aux tendresses…
C’est ton intérieur qui sans cesse
se caresse, dirait-on ;

se caresse en soi-même,
par son propre reflet éclairé.
Ainsi tu inventes le thème
du Narcisse exhaucé.

Distacco che contiene altro distacco,
tenerezza che tocca tenerezza…
E’ la tua intimità, si direbbe,
che senza tregua si accarezza;

dentro di sé si sfiora
dal suo riflesso rischiarata.
Così tu inventi il tema
del Narciso appagato.

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